Nel 1600, il Comune di Torricchio comprendeva diverse frazioni che, ancora oggi, formano la Comunanza agraria locale. La popolazione godeva di diritti di uso civico regolati da uno statuto del secolo, che stabiliva in dettaglio le modalità di utilizzo di pascoli e boschi, privilegiando la conservazione del patrimonio naturale. I boschi erano suddivisi in “guardati” e “sbandati”, rispettivamente protetti o aperti all’uso, e si vietavano danni e pascolo indiscriminato. Nei secoli successivi, l'autorità pontificia e i successivi proprietari privati cercarono di gestire o limitare questi diritti, provocando frequenti conflitti con la popolazione. Nel 1847 si giunse a un primo accordo, ma le tensioni continuarono fino al 1935, quando gli usi civici vennero formalmente liquidati. Infine, nel 1940, la Montagna di Torricchio fu acquistata dal marchese Incisa della Rocchetta, che ne regolamentò l’uso per scopi agricoli e di pascolo, mantenendo comunque un rigido controllo sul territorio. La Riserva nasce nel 1970 per iniziativa del vecchio Istituto di Botanica dell’Università di Camerino, a seguito della donazione dal marchese Mario Incisa della Rocchetta.
Misure di conservazione relative agli habitat:
91AA* Boschi orientali di quercia bianca
9210* Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex
Cliccando sul seguente link è possibile accedere alle informazioni sulle misure di conservazione adottate per la riserva Montagna di Torricchio seguendo le disposizioni dei siti all'interno della rete Natura2000, in particolare i Siti di Interesse Comunitario (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS).
